Angelo Cardillo
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Schede formiche Italiane
Genere: Camponotus
Sottofamiglia: Formicinae
Tribu: Camponotini
Sottogenere: Camponotus
Gruppo:
Specie: vagus
Scheda specie
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Areale di distribuzione: Italia, zone più calde. Nome scientifico: Camponotus vagus Ginia: Monoginica. Regina: 15 - 18 mm Colore regina: Nero. Operaie: 6-14 mm – presente la casta major o soldati. Colore operaie: Nero ma la peluria tende a dare un effetto grigio. Alimentazione naturale: Melata e invertebrati. Alimentazione artificiale: Acqua e zucchero, camole, lepidotteri, invertebrati vari preferibilmente piccoli e medi oppure dieta Bhatkar o dieta Cardillo. Umidità: Molto adattabili, in natura vivono sia in zone secche che in tronchi marci vicino a laghi e fiumi. In cattività non fare mai mancare l’acqua. Temperatura: 22-28°C anche costante Ibernazione: In teoria non necessaria, comunque a differenza di altre formiche tenderanno a fermarsi da sole a prescindere dalle condizioni. Assicurarsi che siano comunque ben idratate, meglio metterle in luoghi freschi da 6 a 15 gradi. Formicai in natura: usa un po’ tutte le opportunità anche se in genere preferisce tronchi marci. La si trova anche nei boschi. Formicai artificiali: Gesso, gasbeton, legno, sabbia e terra. Difficoltà: Semplice e resistente, può formare colonie molto grosse. Quando aumenta di numero diventa aggressiva e abbastanza intraprendente. Descrizione: Formica davvero molto bella, soprattutto dopo che nella colonia iniziano a comparire i primi soldati. Ha un carattere plastico e le sue regine sono piuttosto intraprendenti e attive. Ho potuto verificarlo a seguito di uno sconfinamento di Lasius emarginatus nel nido-arena dei C. vagus che ormai contavano una ventina di operaie piccole. Per me era impossibile recuperare i 4 o 5 Lasius emarginatus che vi erano caduti dentro. E’ stato interessante vedere come dopo l’allarme, la regina stessa si sia attivata fino a ostruire con il proprio corpo il tunnel di ingresso al nido e agire come vero e proprio soldato. Altre regine, come molti allevatori ben sanno, se la sarebbero data a gambe. Solo la fiera ed aggressiva Manica rubida avrebbe fatto qualcosa di simile. In arena poi le operaie si sono scatenate anche se in maniere poco efficiente. In natura sono le dominatrici del territorio. Altre specie possono tenere loro testa, ma la maggior parte dovrà subire i loro atti di sabotaggio e vandalismo. Spesso pagano le conseguenze di questo comportamento, specie che non sono con loro in competizione da nessun punto di vista, come il genere Messor. Può succedere di osservare questi attacchi e assedi, a volte per giorni. Piccole formiche aggressive come i Lasius emarginatus o Crematogaster scutellaris, se in gran numero riescono a metterle in difficoltà. Da questo punto di vista si differenziano molto dalle loro parenti più strette come le C. ligniperda e C. herculeanus relativamente più tranquille. Sono buone cacciatrici e risultano molto importanti per l’equilibrio naturale negli ambienti che frequentano, cacciando da sole ogni sorta di invertebrato che riescono a raggiungere. In natura tendono spesso a creare nidi secondari dove parte della popolazione si trasferisce. Hanno un buon sistema di reclutamento per la difesa e se un formicaio viene disturbato, le operaie accorreranno numerose. I maschi di questa specie, come del resto molti altri Camponotus, sono in grado di nutrirsi e da soli di sostanze zuccherine e di acqua. Sembra siano in grado di fare anche trofallassi verso altri individui. In alcune colonie è possibile vederli dealati correre tra le operaie. Periodo di sciamatura: Aprile/Maggio Tipo di fondazione: Claustrale (accetta ben volentieri miele e piccoli insetti) Allevamento: Non ci sono particolari attenzioni da porre con questa grossa formica. Una volta raggiunto un certo numero di operaie, inizia a cercare di evadere, soprattutto se gli si fa mancare qualcosa. Se ci riesce e avete vicino altre specie, spesso e volentieri capiterà di vederle entrare negli altri formicai e fare stragi. Fino a che non vengono raggiunti i 60 o più individui, la colonia rimane abbastanza impassibile a colpi accidentali o scossoni. E’ bello vederle tutte tranquille mentre nel nido a fianco, sullo stesso ripiano, le Formica sp. si muovono prese dal panico a causa dello stesso colpo che accidentalmente è capitato di dare. In caso di nidi secchi o di legno, c’è da tenere presente che questa formica usa un espediente per poter rendere le pareti del suo nido più facilmente scavabili. Raccoglie acqua e poi la deposita nel punto dove vuole scavare. Tanto insistono che alla fine ce la fanno e scavano. Io consiglio di trovare soluzioni tipo arena e nido insieme. In modo che non possano comunque evadere. Attenzione anche alle pareti dell’arena. Prevedere dai 3 ai 5 cm di spazio con antifuga, l’ideale sarebbe di fare in modo che lo spazio sia orizzontale, in modo che le formiche lo debbano attraversare a testa in giù senza la possibilità di “impilarsi” e superare lo strato di contenimento. Tendono a essere un po’ sporche e alcune stanze verranno adibite a discariche. In natura animaletti vari si occuperanno di ripulire mangiando gli scarti. In cattività la cosa diventa difficile. Motivo per cui è meglio tenere il nido tendenzialmente secco in modo da sfavorire muffe e marcescenze.
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No
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